Giovane si suicida nel Cpr di Gradisca

"Le agenzie e i giornali non scrivono il suo nome. 
Il ragazzo di 28 anni, proveniente dal Pakistan, che si è suicidato lo scorso 31 agosto forse per qualcuno deve rimanere solo un numero, in modo che la sua storia sia dimenticata il prima possibile. Come numeri e solo numeri devono essere i 59 “suicidati” dall’inizio dell’anno mentre erano nelle mani dello Stato. 


L’avevano internato da meno di 1 ora nel famigerato “centro per i rimpatri per richiedenti asilo” di Gradisca d’Isonzo, Gorizia.
È chiaro che si tratta di un altro omicidio di Stato: il sistema orribile ed illegale della detenzione amministrativa, che è anche un business per i gestori privati, può mettere un’altra tacca sulla sua pistola.

Un business questo, mai nominato, ma fonte di enormi guadagni sulla pelle delle persone migranti, che subiscono la detenzione pur non avendo commesso alcun reato. 

Cercheremo il suo nome, cercheremo di sapere della sua famiglia, di che storia avesse. Lo ricorderemo come un’altra vittima di un luogo infame, un campo di concentramento che è solo da chiudere.

Corri ragazzo, corri. I carcerieri non ti prenderanno. 
Ti abbracciamo forte, con tutto il cuore."
A riferirlo 

Mediterranea
 Saving Humans