Femminicidio: Ministro Piantedosi, serve piu' prevenzione
"Ogni femminicidio e' una durissima sconfitta per la societa'". In una intervista a "Quotidiano Nazionale" e' netto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. La barbara uccisione di Giulia Cecchettin porta a 105 il numero di donne uccise in Italia nel 2023. Un numero intollerabile. "In Parlamento - spiega il ministro - e' in corso di esame il disegno di legge che intende rafforzare l'azione di prevenzione agendo su piu' fronti. In quella sede si possono valutare tutti quegli ulteriori interventi che si riterranno necessari per rafforzare il contrasto a un fenomeno gravissimo. Le forze di polizia sono impegnate sui territori anche con campagne di sensibilizzazione. Ma non basta. Occorre agire sul piano culturale ed educativo, soprattutto nei riguardi dei giovani, per evitare ogni forma di violenza e sopraffazione". II pacchetto sicurezza approvato in Cdm risponde con una stretta alla domanda di sicurezza: "Il disegno di legge approvato in occasione dello scorso Consiglio dei ministri e' stato indirizzato al contrasto di alcuni specifici comportamenti che da tempo hanno generato una diffusa riprovazione e, in alcuni casi, anche grave allarme sociale, come quelli che si rivolgono verso soggetti fragili, ad esempio gli anziani. Alcune delle norme introdotte servono, inoltre, a dare maggiori strumenti d'intervento alle forze dell'ordine". "Non immaginiamo - continua - che tutto questo basti, di per se', per risolvere tutti i problemi di sicurezza. In ogni caso, per parte nostra, proseguiremo l'azione gia' da mesi avviata per rafforzare la presenza delle forze di polizia nei territori e contrastare i fenomeni di degrado e disagio".
Tra i nuovi reati introdotti c'e' quello di blocco stradale, che vuole colpire i blocchi promossi in primis da ambientalisti: "Nessuna criminalizzazione, ma non sono accettabili blocchi stradali che si traducono in illegittime limitazioni della liberta' di circolazione di persone e veicoli, che impediscono l'esercizio di servizi pubblici essenziali e pregiudicano anche gravemente attivita' aziendali o attivita' di soccorso. Per il resto ci siamo sempre mossi e ci muoveremo nel pieno rispetto di diritti che sono costituzionalmente garantiti". Le opposizioni hanno criticato la possibilita' per gli uomini delle forze dell'ordine non in servizio di utilizzare una pistola non di ordinanza quando sono fuori servizio: "Trovo sempre molto singolare la sfiducia pregiudiziale che in certe discussioni viene rivolta alle donne e agli uomini delle nostre forze di polizia. Innanzitutto va chiarito che e' totalmente infondato che la misura adottata trovi applicazione nei riguardi del personale in pensione ed averlo affermato, da parte di alcuni, testimonia un approccio approssimativo e superficiale sul tema". "In secondo luogo - conclude Piantedosi - si tratta di un'opportunita', quella di portare con se' un'arma diversa da quella in dotazione, che viene riconosciuta a soggetti che sono formati e addestrati a utilizzare armi e sottoposti a periodici controlli medici. Operatori che sono gia' legittimati a portare l'arma di ordinanza. E' quindi davvero fuori luogo parlare di liberalizzazione del possesso delle armi o di rischi per la sicurezza". (Nova) - (Rin)