«Coronavirus, basta con gli aggiornamenti quotidiani!!!!»

Pubblichiamo da iali saluti dott Fulvio ZORZUT Medico Epidemiologo Specialista in Igiene e Medicina Preventiva  Ordine dei Medici di Trieste n 2415

La fase più critica e drammatica dell'emergenza, in Italia, è finita a giugno, sebbene nelle ultime 8 settimane la curva dell'epidemia faccia segnare un numero crescente di contagi, dati destinati a peggiorare con la riapertura delle scuole.
 
 L'equazione comunque è semplice: più tamponi, più positivi. Maggiore è l'attività di screening e contact tracing per l'accurato e mirato tracciamento dei singoli casi e maggiore sarà il numero dei positivi intercettati. Questo fa parte della normale attività di vigilanza delle Strutture di Igiene e Sanità Pubblica.
 
Ciò detto i bollettini sulla diffusione dei dati sul monitoraggio delle epidemie negli ultimi 50 anni è avvenuta sempre su base settimanale o mensile. Basta visitare il portale InfluNet - dove il Ministero comunica l' andamento dei contagi influenzali - per rendersene conto. Così dovrebbe accadere con il Covid 19, si eviterebbero imbarazzanti variabilità quotidiane, spesso collegate alle giornate festive che sono caratterizzate da un minor numero di tamponi effettuati e processati. La stabilità dei dati ne guadagnerebbe e ci sarebbe una maggiore attendibilità senza ricorrere alla “prosa” ( oggi meglio di ieri, balzo dei ricoveri, la curva oggi cala, i decessi sono in aumento, ecc).
 
Il susseguirsi quotidiano, tramite i media, di dati e numeri scollegati da un quadro complessivo,  servono solo a mantenere uno stato di allerta permanente, sempre meno intenso,  che determina una assuefazione dell'opinione pubblica, associata a fastidio ed insofferenza crescenti.
 
La conseguenza è una diminuzione dell'interesse e dell'attenzione di fronte ai problemi reali posti dalla pandemia in corso