Trieste è giovane quando decide di esserlo: gli under 40 che lavorano per il futuro della città
La recente classifica del Sole 24 Ore ci colloca tra le città con il minor numero di amministratori sotto i quarant’anni. È un dato che potrebbe suggerire un’immagine immobile, una città più conservata che vissuta, quasi sospesa tra passato e abitudine. Ma una graduatoria, pur utile, non è mai un ritratto completo. Misura, ma non vede. E ciò che non vede è che gli amministratori under 40 a Trieste esistono, lavorano, incidono. Sono pochi, è vero, ma sono presenti e animati da una professionalità che nasce dall’urgenza di costruire, non solo di interpretare.
Una generazione che porta responsabilità e visione
Mirko Martini, Stefano Vatta e Ivo Gherbassi siedono nelle istituzioni ogni giorno, aprono fascicoli, discutono atti, votano bilanci e progetti. Lo fanno non per ribaltare una statistica, ma per ricordare che una città non può vivere solo di memoria. Ha bisogno di idee fresche, di energie nuove, di voci che appartengono a chi il futuro non lo guarda da lontano, ma lo deve ancora abitare. Rivendicano il diritto al cimento, non al semplice commento, e dimostrano che la minoranza numerica non coincide con la marginalità culturale. La politica, nelle loro parole e nelle loro azioni, non è un museo da visitare ma uno spazio da conquistare.
Lo spazio che Trieste può ancora aprire ai suoi giovani
Se oggi Trieste figura in fondo alla classifica degli amministratori giovani, il dato racconta anche un’opportunità. Racconta che c’è spazio per far crescere una nuova classe dirigente, spazio per chiamare altri ragazzi e ragazze a partecipare alla cosa pubblica, spazio per trasformare la politica in un laboratorio di prospettive e non solo in una cronologia di anniversari. Le classifiche descrivono ciò che siamo oggi, mentre il lavoro quotidiano degli under 40 costruisce ciò che potremo essere domani.
Le voci dei tre amministratori under 40
Mirko Martini (Idea Giuliana) sottolinea che essere giovani nelle istituzioni significa portare contributi concreti, non rivendicare l’età anagrafica. Spiega che Trieste ha bisogno di ragazze e ragazzi che scelgano di non restare spettatori, perché la politica si impara praticandola, non osservandola.
Stefano Vatta (Fratelli d’Italia) ricorda che la giovinezza in Consiglio non è un titolo ma un impegno quotidiano, un’assunzione di responsabilità rivolta al domani. Essere in pochi rende ancora più evidente la necessità di ampliare la partecipazione.
Ivo Gherbassi (Lega) evidenzia come la classifica fotografi una minoranza numerica che, nella realtà, è invece attiva e determinata. Racconta della sinergia creatasi tra i tre colleghi attorno ai temi più sentiti dai giovani triestini, una sintonia che dimostra come le differenze possano diventare forza comune.
Un appello finale: gli under 40 non devono restare un’eccezione
Gli under 40 a Trieste ci sono e non hanno alcuna intenzione di farsi cancellare da una statistica. Ora serve che diventino molti di più, che la città riconosca nella partecipazione giovanile una risorsa e non un’anomalia, che il futuro trovi chi è disposto non solo a viverlo ma a costruirlo.