Keshet Italia: “Clima di ostilità e odio verso la Comunità Ebraica all'interno dei Pride”

Keshet Italia: “Clima di ostilità e odio verso la Comunità Ebraica all'interno dei Pride”

"Alla luce della recente piattaforma dell’FVG Pride a Lignano Sabbiadoro del 31 agosto siamo costretti a ribadire quanto già espresso nel nostro comunicato del 12 giugno scorso: il linguaggio utilizzato nei comunicati dei Pride alimenta un clima di ostilità verso la nostra comunità, ignorando le implicazioni reali per l3 ebre3 in Europa e contribuendo a convalidare azioni contro le persone Queerxebre3, non solo durante il Pride. È sconcertante che in una comunità che valorizza l'inclusività, le esperienze individuali e la creazione di spazi sicuri, il linguaggio venga usato per fomentare ostilità e odio verso una parte della comunità stessa. Come organizzazione ebraica LGBTQ+, rifiutiamo categoricamente l'approccio che, nel discutere il conflitto tra Israele e Hamas, confonde il governo israeliano con l'intero Stato d’Israele, colpevolizzando i suoi cittadini. Questa confusione, secondo la definizione IHRA riconosciuta dall’Unione Europea, rappresenta una forma di antisemitismo. Vediamo poi in questo atteggiamento anche un tentativo di isolare la comunità queer israeliana dalle lotte della nostra comunità a livello internazionale, un rischio che dobbiamo evitare insieme. In particolare poi la dichiarazione che il Pride avrà i colori di una Palestina "libera da apartheid e violenza coloniale" ma soprattutto "dalla riva al mare" indica chiaramente una delegittimazione dell'esistenza dello Stato di Israele che per noi è inaccettabile. Siamo anche allarmati dalla distinzione fatta nella piattaforma FVG Pride tra "ebre3 buon3” (antisionist3) ed "ebre3 cattiv3. Come ebre3 italian3, troviamo inaccettabile doverci costantemente giustificare per le azioni del governo israeliano, azioni per le quali né le persone ebree né l3 cittadin3 israelian3 hanno responsabilità. È assurdo che l3 ebre3 italian3 siano continuamente mess3 sul banco degli imputati per le decisioni del governo israeliano. Un linguaggio che parla di "genocidio”, inoltre, contribuisce a creare analogie assolutamente inappropriate tra la sofferenza del popolo ebraico durante la Shoah e l’indiscutibile dramma del popolo palestinese, aggravando questo clima oramai persistente di ostilità e antisemitismo. È fondamentale che tutte le organizzazioni LGBTQ+ considerino l'impatto che questi termini hanno sulle comunità ebraiche e si impegnino a evitare qualsiasi forma di discriminazione all'interno del movimento. Invitiamo tutt3 a una riflessione seria e a un dialogo costruttivo per garantire che tutte le persone, incluse quelle ebree e israeliane, possano partecipare ai Pride senza subire discriminazioni. Speriamo che queste riflessioni possano aprire nuovi spazi di dialogo e consentire una partecipazione pacifica ai futuri eventi del Pride, promuovendo l’inclusività e la solidarietà tra tutte le comunità Queer."

A riferirlo l'associazione di una nota foto di repertorio