ICS risponde a Fedriga e Roberti: "No al ripristino dei controlli di frontiera al confine tra Italia e Slovenia"

ICS risponde a Fedriga e Roberti: "No al ripristino dei controlli di frontiera al confine tra Italia e Slovenia"

"Il superamento dei confini interni e la libera circolazione nell’Unione Europea
rappresenta una delle più rilevanti evoluzioni storiche che il continente abbia vissuto
negli ultimi decenni. Questa rivoluzione ha cambiato la vita di tutti gli europei
rendendo possibile uno sviluppo economico senza precedenti, rendendo inoltre
possibile il superamento di conflitti e divisioni anche profonde, specie nelle aree di
confine. Per salvaguardare tale patrimonio irrinunciabile il diritto Europeo prevede
che il ripristino di una frontiera interna può avvenire solo “in caso di minaccia grave
per l’ordine pubblico o la sicurezza interna” e che in tali casi, comunque, “uno Stato
membro può in via eccezionale ripristinare il controllo di frontiera alle sue frontiere
interne per un periodo limitato a una durata massima di trenta giorni o per la durata
prevedibile della minaccia grave se essa supera i trenta giorni” (art.23 Codice
Schengen). Solo la necessità di fronteggiare situazioni estreme ed eccezionali può,
nel diritto europeo, giustificare la decisione di ripristino, per tempi brevissimi, di una
frontiera interna.
Sono continue le esternazioni del presidente della Regione FVG Fedriga che chiede
all’Unione Europea di proteggere i propri confini e, alcuni giorni fa, l'assessore
regionale Roberti ha persino proposto di ripristinare i controlli di frontiera al confine
tra Italia e Slovenia a causa dell’arrivo dei migranti dalla rotta balcanica. Si tratta di
una realtà del tutto ordinaria e gestibilissima sotto ogni profilo, ma che viene invece
mal gestita per disfunzioni organizzative dello stato italiano e per totale assenza di
ogni intervento utile da parte della Regione FVG. La proposta di Roberti presenta
profili veramente incredibili per il suo livello di estremismo politico e di ignoranza
del diritto dell’Unione Europea. La misura, se attuata, produrrebbe un enorme danno
economico e sociale al territorio regionale e a quello triestino in particolare,
innescando una sorta di cupa retromarcia nella storia di questo complesso territorio
che solo negli ultimi anni ha iniziato a superare la logica della frontiera aprendosi alla
complessità di un’Europa quale casa comune." A riferirlo ICS