Ferriera, presidio CGIL davanti la Regione: «Preoccupazione per futuro lavorativo»

Riceviamo e pubblichiamo da CGIL

Stamattina, 5 giugno, un nutrito gruppo di lavoratori della ferriera si è riunito sotto il Palazzo della Regione per manifestare pacificamente, ma con preoccupazione in merito al proprio futuro lavorativo ancora avvolto nell'incertezza per i continui ritardi relativi alla firma dell'accordo di programma e sulle incertezze ancora presenti rispetto alle garanzie occupazionali di tutti i lavoratori impiegati a vario titolo nel sito , somministrati e indotto compreso. Conseguentemente alla volontà espressa dagli stessi lavoratori durante l'ultima assemblea, una legittimata delegazione della CGIL, FIOM e NIDIL è stata ricevuta dal Presidente Fedriga e dall'Assessore al lavoro Rosolen per avere delucidazioni in merito allo stato dell' arte e per le necessarie rassicurazioni e garanzie della tenuta occupazionale.

Ad esito dell'incontro il nostro giudizio non può che rimanere sospeso fintanto che , alle parti sociali non sarà data, ( come già promesso e disatteso dal Ministro Patuanelli ), la possibilità di verifica sull'accordo di programma con particolare riferimento alla salvaguardia dei livelli occupazionali.

L'Amministrazione Regionale ha dichiarato un certo ottimismo nella risoluzione delle problematiche occupazionali legate all'accordo, ottimismo che non ci sentiamo di condividere in considerazione di alcuni punti che rimangono ancora senza risposta e che ci riportano alla difficile realtà vissuta dei lavoratori coinvolti.

Abbiamo avuto conferma in tal senso dell'esclusione dei lavoratori dell'indotto da qualsiasi tipo di tutela confermando l' impostazione iniziale di come tali lavoratori non siano considerati nel conteggio degli esuberi come se dietro quei lavoratori non ci siano delle famiglie e non siano riconosciuti come parte integrante del tessuto sociale ed economico di Trieste.

Altresì l' impossibilità ad oggi di poter visionare l'accordo di programma ci pone nella condizione di non poter verificare di fatto se le rassicurazioni della Regione siano tradotte in garanzie di impegni tangibili esigibili e non semplicemente basati su impegni verbali e sulla fiducia .

Ci viene confermato che il documento che sarà portato alla firma delle parti coinvolte amplierà le garanzie occupazionali non solo a quei lavoratori fin oggi esclusi dall'accordo sindacale, ma vedrà in prospettiva un ampliamento ulteriore dell'occupazione.

I tempi, però, continuano in realtà ad essere incerti, sopratutto nei riguardi dei lavoratori in somministrazione che già dal primo giugno sono stati definitivamente lasciati a casa da Arvedi. In questa situazione ribadiamo con preoccupazione che non si possono lasciare i lavoratori e le loro famiglie per strada senza alcun tipo di certezza, di garanzia e di tutela che risponda con immediatezza alle esigenze di tutti.

Abbiamo comunque ottenuto una precisa promessa, ossia che le parti sociali saranno convocate all'atto della firma per poter partecipare e verificare che gli impegni politici siano corrispondenti alle esigenze sociali ed economiche tanto dei lavoratori coinvolti quanto del territorio stesso.

Di fatto, riteniamo inammissibile che anche un solo posto di lavoro possa andare perso a fronte degli importanti e notevoli finanziamenti pubblici che Arvedi si appresta a ricevere senza che si sia, ad oggi, risposto in modo inequivocabile alla certezza di un futuro lavorativo stabile per tutti i lavoratori.

Per quanto sopra, la CGIL continuerà a vigilare per conto di tutti i lavoratori il susseguirsi dei passaggi programmati e si riserva di intraprendere ogni azione sindacale e collettiva affinché ogni soggetto coinvolto risponda puntualmente dei propri impegni assunti.