Domenica di storia a Trieste, Accordo storico tra la Federazione per il T.L.T. e Patto per il Nord
La Federazione del Territorio Libero di Trieste (S.T.O.-F.T.T.) è ufficialmente tra i soggetti fondatori del “Patto per il Nord”, una nuova realtà politico-sociale e culturale che si propone di rilanciare temi identitari, economici e giuridici legati al nord Italia e al porto di Trieste. A renderlo noto, in una nota congiunta, Paolo Grimoldi, Segretario Federale del Patto per il Nord, e Giorgio Marchesich, rappresentante della Federazione del Territorio Libero di Trieste.
Al centro della visione condivisa, il riconoscimento del Territorio Libero di Trieste (T.L.T.) come soggetto giuridico internazionale, istituito dall’articolo 21 del Trattato di Pace di Parigi del 1947, trattato che, come sottolineano gli aderenti, risulta ancora formalmente vigente e dunque, secondo la loro posizione, vincolante anche per l’Italia.
Una “free zone” per il lavoro e l’economia del Nord
Il punto cardine dell’iniziativa è il rilancio di Trieste e del suo porto come Porto Franco internazionale, in linea con quanto previsto dagli accordi sottoscritti dopo la Seconda guerra mondiale. Secondo la Federazione, il T.L.T. dovrebbe tornare a essere un territorio neutrale, smilitarizzato e fiscalmente autonomo, con un regime speciale in grado di attrarre imprese e attività produttive da tutto il Nord Italia e oltre.
«Il Territorio Libero di Trieste – si legge nel comunicato – deve diventare e quindi essere una free zone per tutte le imprese e attività lavorative del Nord che lo ritenessero opportuno». Una visione che punta a rendere Trieste un nodo strategico per la logistica e il commercio, sfruttando la sua posizione geografica e il regime di extraterritorialità previsto dal diritto internazionale.
Una piattaforma politica e culturale con ambizioni nazionali
La partecipazione della Federazione del T.L.T. al “Patto per il Nord” rappresenta, secondo i promotori, un passaggio chiave per riaffermare diritti e opportunità legate alla specificità del territorio triestino. La nuova piattaforma si pone l’obiettivo di coinvolgere cittadini, imprese e amministrazioni locali in un progetto di valorizzazione economica e identitaria, ispirato a un federalismo rinnovato e alla centralità delle autonomie locali.
Grimoldi e Marchesich ribadiscono che l’adesione al Patto si basa su un riconoscimento chiaro: il Trattato di Pace del 1947 resta un punto di riferimento giuridico e politico fondamentale, e la sua applicazione integrale – a partire dall’articolo 21 – sarebbe, secondo loro, un’opportunità storica per rilanciare Trieste e il suo porto a livello internazionale.