Bruxelles, Anna Cisint all’attacco: “Più trasparenza sul pesce nei ristoranti e stop a etichette ingannevoli”

Bruxelles, Anna Cisint all’attacco: “Più trasparenza sul pesce nei ristoranti e stop a etichette ingannevoli”

L’europarlamentare Anna Maria Cisint (Lega – Gruppo Patriots for Europe) ha lanciato un forte appello a Bruxelles, chiedendo un maggiore impegno dell’Unione Europea per garantire trasparenza e correttezza nell’etichettatura dei prodotti ittici. Al centro della richiesta, la necessità di coinvolgere anche il settore Ho.Re.Ca. (hotel, ristoranti e catering), spesso escluso dalle verifiche e dalle procedure di tracciabilità.

Etichette non conformi e frodi commerciali: una minaccia per il mercato interno
All’interno del mercato UE – spiega Cisint – si stanno moltiplicando i casi di etichettature non conformi o potenzialmente fraudolente. Pesci d’allevamento, come branzini e orate provenienti da Paesi terzi, vengono spesso accompagnati da documentazione incompleta o errata, in contrasto con quanto previsto dal Regolamento (UE) n. 1379/2013.”
Una situazione che, oltre a costituire una forma di concorrenza sleale, penalizza i produttori europei e ricade direttamente sui consumatori, privati di informazioni chiare sulla provenienza e sul metodo di produzione.

Coinvolgere anche la ristorazione per una tracciabilità completa
A differenza del pesce acquistato in pescheria o nei supermercati, spiega l’europarlamentare, “il cittadino non riceve sempre le informazioni obbligatorie quando consuma pesce all’interno di ristoranti, mense o servizi di catering. È quindi indispensabile estendere gli obblighi di trasparenza anche a questi circuiti commerciali”.

Trasparenza e sostenibilità: l’obiettivo dell’Unione europea
Cisint sottolinea come un rafforzamento dei controlli e della tracciabilità non solo tutelerebbe i consumatori, ma ridurrebbe la dipendenza dai trasporti a lungo raggio e favorirebbe un maggiore equilibrio tra consumo e produzione di pesce sostenibile all’interno dell’Unione europea.