Ordinato un sacerdote, Crepaldi: «Tutta la tua persona è riservata a Dio per sempre»
Di seguito il testo dell'omelia che l'Arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi ha pronunciato ieri, sabato 22 giugno, alle ore 17.00, nella Cattedrale di San Giusto, in occasione dell'Ordinazione presbiterale di don Daniele Vascotto. Carissimi fratelli e sorelle!
- Con gioiosa gratitudine al Signore Gesù, tra poco ordinerò sacerdote don Daniele Vascotto. Per la nostra Chiesa diocesana si tratta di un evento di grazia, frutto immeritato dell'amore del Signore per la sua Sposa che ci deve vedere tutti partecipi e riconoscenti nel contemplare le cose meravigliose che Lui continua a compiere. È in questa cornice di profondo coinvolgimento spirituale che desidero salutare e ringraziare tutti voi qui convenuti per l'ordinazione di don Daniele: in primo luogo la sua mamma e i suoi famigliari; il Seminario di Castellerio, i Superiori e i seminaristi; la parrocchia di origine, quelle in cui è maturata la sua formazione pastorale e i loro parroci; i tanti sacerdoti che hanno contribuito alla sua crescita umana e spirituale; gli amici e i conoscenti. Siamo qui per manifestare a don Daniele la nostra vicinanza e per assicurare la nostra preghiera affinché ciò che tra poco avverrà nel rito liturgico diventi poi realtà viva nella sua vita.
- Carissimo don Daniele, in questo decisivo momento della tua giovane esistenza – segnata anche da dolorose esperienze – sono ad invitarti a concentrare la tua attenzione su un passo del Vangelo che abbiamo appena ascoltato: «Gesù disse: Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore» (Gv 10,11). Tra poco ti rivolgerò la seguente domanda: «Vuoi essere sempre più strettamente unito a Cristo sommo sacerdote, che come vittima pura si è offerto al Padre per noi, consacrando te stesso a Dio insieme con lui per la salvezza di tutti gli uomini?» E tu risponderai, con umile e fiducioso abbandono nelle mani della Provvidenza divina: «Sì, con l’aiuto di Dio, lo voglio». Il buon pastore, infatti, è colui che, come Cristo, pensa sempre e solo al bene delle anime, definitivamente dimentico dei propri interessi personali. Darsi completamente alle anime dovrà essere il cuore del tuo prossimo ministero pastorale. Papa Francesco scrisse: «Accompagnare è la chiave di volta dell’essere pastori oggi. C’è bisogno di ministri che incarnino la vicinanza del Buon Pastore, di preti che siano icone viventi di prossimità. Questa parola bisogna sottolinearla: “prossimità”, perché è quello che ha fatto Dio» (Incontro con il clero di Palermo, 15.IX.2018).
- Carissimo don Daniele, alla preghiera di ordinazione farà seguito il rito dell’unzione delle tue mani con il Crisma, che la pietà popolare, con singolare intelligenza spirituale, conferma poi baciandole con rispetto e riverenza. Si tratta di un rito per certi versi disarmante, ma ricco di questo profondo significato: tutta la tua persona è riservata a Dio e per sempre. Una riserva che non va mai data per scontata, ma che necessita di essere quotidianamente alimentata con un'intensa vita spirituale. Te lo ricorda papa Francesco: «Dobbiamo dirlo con forza: se uno non si lascia ogni giorno formare dal Signore, diventa un prete spento, che si trascina nel ministero per inerzia, senza entusiasmo per il Vangelo né passione per il Popolo di Dio. Invece, il prete che giorno per giorno si affida alle mani sapienti del Vasaio..., conserva nel tempo l’entusiasmo del cuore, accoglie con gioia la freschezza del Vangelo, parla con parole capaci di toccare la vita della gente; e le sue mani, unte dal Vescovo nel giorno dell’Ordinazione, sono capaci di ungere a loro volta le ferite, le attese e le speranze del Popolo di Dio» (Discorso alla Congregazione per il Clero, 7 ottobre 2017).
- Carissimo don Daniele, la tua ordinazione avviene alla Vigilia della solennità del Corpus Domini che, nell'evidenziare il legame inscindibile tra Sacerdozio ed Eucaristia, ti ricorda che al centro della vita di un prete c’è la celebrazione eucaristica: è lì che ci rendiamo conto che è l’amore di Cristo che ci spinge (cf. 2Cor 5,14) e che solo la donazione di sé può dare senso e pienezza ad una vita sacerdotale. L’incontro quotidiano con Gesù nell’Eucaristia, infatti, conduce lungo i sentieri, fecondi e luminosi, della donazione. Papa Benedetto XVI, in una sua omelia per un'ordinazione sacerdotale, affermò: «La vita non la si dona solo nel momento della morte e non soltanto nel modo del martirio. Noi dobbiamo donarla giorno per giorno. Occorre imparare giorno per giorno che io non possiedo la mia vita per me stesso. Giorno per giorno devo imparare ad abbandonare me stesso; a tenermi a disposizione per quella cosa per la quale Egli, il Signore, sul momento ha bisogno di me, anche se altre cose mi sembrano più belle e più importanti. Donare la vita, non prenderla. È proprio così che facciamo l'esperienza della libertà» (Omelia in una ordinazione sacerdotale, 7 maggio 2006). Ti proteggano sempre nella tua prossima missione sacerdotale i nostri Santi tergestini e ti accompagni la Madonna che dovrai accogliere, come fece l’apostolo Giovanni sotto la Croce, come Madre della tua vita e Stella del tuo sacerdozio.