Studio università: “Cabinovia non genera danno significativo all’ambiente ma consente miglioramento”

Studio università: “Cabinovia non genera danno significativo all’ambiente ma consente miglioramento”

“In coerenza con quanto previsto dal Regolamento UE 2020/852 (art 17), le Linee Guida operative per il rispetto DNSH, la comunicazione della Commissione UE 11.10.2023, la Direttiva 92_43_CEE, i criteri utilizzati per la scelta delle aree di compensazione (presenza di habitat di specie adeguati in termini di superficie e condizioni ecologiche, presenza di nidificazione potenziale ed accertata della specie chiave: picchio rosso mezzano, picchio cenerino, picchio nero, assiolo, succiacapre e torcicollo) garantiscono la coerenza globale della rete natura e degli obiettivi conservativi della ZPS in esame e consentono di migliorare lo stato di conservazione delle specie chiave e dei loro habitat. La realizzazione dell’opera con l’introduzione delle compensazioni previste, dunque, non solo non genera un danno significativo all’ambiente, ma al contrario consente un complessivo miglioramento.”

È questa la conclusione dell’approfondito studio tecnico effettuato dal Dipartimento di Scienze Agroalimentari, ambientali e animali dell’Università di Udine per l’individuazione delle compensazioni per la Variante n.12 al PRGC “Accesso Nord: mobilità sistemica e turistica”, ovvero il piccolo tratto della Cabinovia Metropolitana Trieste – Opicina che sorvola un’area ZPS denominata Bosco Bovedo che è parte della zona Natura 2000.

Il documento, commissionato all’Università di Udine lo scorso autunno: “descrive i criteri per l’individua-zione delle aree contigue e/o prossime alla ZPS da integrare alla ZPS stessa e gli interventi migliorativi degli habitat di specie, da realizzarsi presso alcune di queste nuove aree e presso altre aree ricomprese nella ZPS, al fine del mantenimento ed il miglioramento dello stato di conservazione soddisfacente delle specie ed habitat di specie interessate dall’opera, con particolare riferimento ai picidi. L’obiettivo del presente documento è dimostrare come nel bilancio finale (differenziale dei danni presunti indotti dal progetto e benefici indotti dalle proposte di compensazione), il progetto a fronte delle compensazioni proposte, in termini di aree da integrare alla ZPS e della loro ricchezza specifica non comporti un danno significativo all’ambiente (DNSH).”

Nella relazione sono state proposte ed analizzate alcune soluzioni compensative, tra cui anche strategie e tecniche di miglioramento degli habitat per migliorare lo stato di conservazione di alcune specie target quali: picchio rosso mezzano, picchio nero, picchio cenerino, succiacapre, torcicollo ed assiolo. In particolare sono state analizzate alcune aree nel Comune di Trieste, esterne alla ZPS, identificate grazie alle tipologie di habitat e la presenza e la nidificazione delle specie chiave a cui è stata aggiunta un’area, di oltre 76 ettari, ricompresa nel comune di Muggia e San Dorligo delle Valle, bosco Vignano e il biotopo dei laghetti delle Noghere, aree note per la nidificazione del picchio rosso mezzano ed altri picidi. In aggiunta all’analisi delle aree individuate, sono state descritte alcune tecniche di miglioramento ambientale e di gestione forestale, tese ad aumentare la vocazionalità degli habitat di specie, per le specie target, nelle aree di estensione della ZPS, sia soluzioni gestionali utili a migliorare habitat di specie presenti nella ZPS. Le analisi hanno tenuto conto sia delle presenze osservate delle specie, delle loro esigenze ecologiche e di approccio modellistici utili ad individuare aree di potenziale ampliamento e miglioramenti ambientali, questi ultimi definiti anche sulla base di criteri e tecniche messe a punto a livello mondiale e a livello nazionale ed europeo anche attraverso progetti Life.

L’analisi ha permesso di selezionare due principali aree (Zona di Banne- Conconello e il bosco Vignano ed il Biotopo dei laghetti delle Noghere) selezionate sulla base delle caratteristiche ecologiche dei siti e le analogie con il bosco Bovedo, prevedendo l’estensione della ZPS per oltre 205 ettari di superfice, che vede la presenza delle specie indicatrici e chiave, tra cui anche la presenza del picchio mezzano nidificante, oltre che del picchio nero e picchio cenerino ed relativi habitat di specie. Queste due aree rappresentano una proposta robusta dal punto di vista ecologico (testimoniata anche dalla presenza attuale delle specie nidificanti), in termini di superficie che va a compensare, supera ampiamente i criteri minimi di rapporto tra superfici interessate dalle interferenze negative attese presso l’area del Bovedo e quelle proposte a compensazione, soddisfacendo anche le esigenze del DNSH.

Questo progetto di mobilità sostenibile è stato proposto dal Governo italiano all’Europa nel 2021 ed inserito negli interventi di Regime 1 (investimenti che contribuiscono sostanzialmente al raggiungimento dell’obiettivo della mitigazione dei cambiamenti climatici) ottenendo il finanziamento totale di 62 milioni di euro che non possono essere destinati ad altri interventi.

L’Amministrazione in tutto l’iter tecnico progettuale per la realizzazione di questa infrastruttura di mobilità sostenibile si è sempre avvalso di studi tecnici accreditati e terzi. L’attenzione per l’ambiente è stata sempre messa in primo piano, tanto è che sono stati effettuati studi tecnici molto approfonditi anche rispetto ad altri progetti sempre finanziati da fondi PNRR e molto più impattanti della cabinovia, come quello del primo lotto del tratto AV/AC ferroviario Salerno – Reggio Calabria dove il tracciato interseca (attraverso un viadotto) un’area ZPS/ZSC/IBA attraversando il fiume Sele, che è parte anch’esso della zona Natura 2000. In questo caso le analisi di incidenza dello studio hanno concluso che l'impatto dell'opera sull'avifauna è basso e non significativo, e che "la struttura del viadotto garantirà la permeabilità dell'opera lungo l'asse del fiume Sele nella fase di esercizio". Inoltre, considerato l'ambiente già antropizzato, lo studio conclude che "le specie che frequentano l'area sono già in grado di tollerare disturbi antropici" (oltre a quelli futuri dei treni in transito ed il viadotto stesso). Sulla scorta del parere della Commissione tecnica PNRR-PNIEC n. 13 del 20 giugno 2022, il Ministero della Transizione Ecologica dice che l'incidenza è negativa, cioè non c’è un danno significativo all’ambiente.

L’iter del progetto della Cabinovia Metropolitana Trieste – Opicina sta procedendo regolarmente ed il presente documento tecnico circa le compensazioni è stato consegnato agli uffici competenti della Regione FVG.