Turismo record, tassa di soggiorno verso i 4 milioni: “Ora decidere come investirli per la città” (VIDEO)
Dal gelo leggero della pista di pattinaggio in piazza Ponterosso ai numeri caldi del turismo triestino. Maurizio Giudici, Presidente di Federalberghi Trieste, è stato ospite della diretta di Trieste Cafe, condotta da Luca Marsi, per un consuntivo che suona come un messaggio chiaro: Trieste oggi è una destinazione turistica consolidata anche a dicembre, ma proprio per questo deve imparare a governare i flussi con una regia strutturata.
Dicembre positivo e Capodanno già in piena saturazione
Giudici descrive un dicembre in crescita costante. Il ponte dell’8 dicembre ha aperto il periodo con un buon afflusso, poi una flessione fisiologica e, successivamente, un’accelerazione progressiva “verso la saturazione”. Il dato fotografato durante la diretta parla di strutture ricettive intorno all’80% di occupazione, con Capodanno già in sold out. Il segnale, secondo Federalberghi, è inequivocabile: Trieste non è più una meta “occasionale” durante le feste, ma una città che sta costruendo un’identità turistica stabile anche in inverno.
Italiani in maggioranza, ma gli stranieri restano una presenza costante
Nel mix delle presenze, le festività natalizie portano soprattutto italiani. Ma i mercatini e le vie del centro, sottolinea Giudici, continuano a mostrare un flusso internazionale costante, con presenze ricorrenti dall’area austriaca e dai Paesi dell’Est. Un indicatore importante perché conferma che Trieste sta lavorando non solo sul turismo interno, ma su un’immagine che inizia a circolare fuori dai confini.
Obiettivo 1,6 milioni di presenze: il turismo come asset economico
Il punto più pesante, quello che sposta il discorso dalla cronaca al futuro, è il numero complessivo: Trieste, secondo Giudici, chiuderà l’anno con un dato record, vicino a 1,6 milioni di presenze. Un valore che per Federalberghi impone una conseguenza immediata: la città non può più ragionare “a vista”, perché i flussi sono diventati strutturali. E quando un fenomeno diventa strutturale, o lo governi, o lo subisci.
La tassa di soggiorno e il “tesoretto” da 4 milioni
Con l’aumento delle presenze cresce anche il gettito dell’imposta di soggiorno. Giudici parla di una prospettiva concreta: un “tesoretto” che potrebbe arrivare a circa 4 milioni di euro. Una cifra che, secondo Federalberghi, non può essere trattata come un fondo generico, ma come una leva strategica per far fare alla città un salto di qualità. L’idea di fondo è semplice: se il turismo genera risorse, quelle risorse devono tornare in servizi, organizzazione e qualità urbana.
La parola chiave: governance
Giudici insiste su un concetto: serve una cabina di regia stabile e professionale, una struttura capace di coordinare gli attori del sistema turistico e di offrire indicazioni tecniche a chi governa la città. Nella sua visione, non si tratta di “sostituire” l’amministrazione, ma di affiancarla con competenze specifiche e continuità operativa. Una sorta di convention e visitors bureau in cui siedano tutti gli stakeholder, dalla ristorazione alle agenzie viaggio, dai trasporti al comparto crocieristico, fino alla promozione regionale.
Un destination manager per i prossimi cinque anni
Dentro la cabina di regia, secondo Giudici, dovrà esserci anche un profilo centrale: un destination manager capace di leggere numeri, stagionalità e criticità, costruendo una strategia reale e pluriennale. Non un ruolo simbolico, ma un punto operativo, capace di guidare Trieste nella fase delicata in cui il turismo non è più crescita “spontanea”, ma deve diventare sviluppo controllato.
Eventi e concerti: il turismo passa anche dalla musica
Nel confronto con Luca Marsi emerge un’altra richiesta chiara, soprattutto per i giovani: portare eventi e concerti. Giudici conferma che la partita dei grandi eventi coinvolge in modo determinante la Regione e che la futura cabina di regia dovrà dialogare anche con PromoFVG, per gestire non solo gli appuntamenti di richiamo, ma anche la distribuzione dei flussi sul territorio, dall’altipiano carsico a Muggia e Duino. L’idea è evitare che Trieste diventi solo “centro pieno e periferie vuote”, puntando su un turismo più diffuso e più intelligente.
Febbraio e marzo, il vero buco da riempire
Se dicembre ormai è stato definito “un grande evento consolidato”, Giudici individua il punto debole della stagione turistica: febbraio e marzo. Mesi ancora poco attrattivi, su cui lavorare nel 2026 con strategie precise, capaci di tenere viva la città anche fuori dai grandi picchi. Ed è qui che la governance torna decisiva: senza una regia, la destagionalizzazione resta solo uno slogan.
Parcheggi e pazienza dei cittadini: “grazie ai triestini”
Nel dialogo entra anche uno dei temi più sensibili: la convivenza tra flussi turistici e vita quotidiana. Giudici ringrazia pubblicamente i cittadini per la pazienza nei momenti di punta e riconosce l’impatto che il turismo può avere su traffico e congestione, soprattutto nei periodi estivi e con le crociere. Sui parcheggi, la posizione è netta: l’imposta di soggiorno può intervenire e in parte ha già contribuito, come nel caso dei posti auto resi disponibili gratuitamente durante le feste. Ma la questione, dice Giudici, va affrontata con una visione a 360 gradi e con soluzioni stabili.
Crociere: meno navi, ma più qualità e un effetto immagine che resta
Sul fronte crocieristico, Giudici chiarisce un punto: le crociere non incidono direttamente sull’imposta di soggiorno, quindi non intaccano il “tesoretto” stimato. Però incidono sul flusso complessivo e sull’indotto: voli charter, treni dedicati, movimento turistico. La contrazione prevista viene definita fisiologica, legata al riassestamento del sistema dopo i cambiamenti degli anni scorsi. E, in prospettiva, la riduzione potrebbe portare navi più “di lusso”, quindi un turismo più alto spendente. Ma anche qui, serve una regia per evitare di subire le dinamiche e trasformarle in strategia.
Trieste non è più una scommessa, è una responsabilità
La diretta dalla pista di pattinaggio, tra giovani e famiglie, ha restituito un messaggio molto triestino: orgoglio sì, ma con realismo. Trieste cresce, riempie gli alberghi, attira investimenti e si gioca una partita nuova. Per Giudici il punto non è più “fare turismo”, ma farlo bene: con regole, strumenti e una governance capace di trasformare i numeri in qualità, i flussi in opportunità, la pressione in sviluppo sostenibile per la città.
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