Truffe agli anziani a Trieste: smantellata rete criminale, 10 arresti e 150mila euro recuperati

Le indagini sulla truffa agli anziani “Fumo del Vesuvio” hanno portato all’arresto di 10 persone e alla denuncia di altre 29, con il recupero di circa 150.000 euro. Il sistema criminale era strutturato gerarchicamente, con telefonisti che fingevano emergenze legali per ingannare le vittime e “esattori” incaricati di riscuotere il denaro. L’inchiesta, avviata a Trieste nel 2023, ha rivelato collegamenti con organizzazioni criminali campane e un’operatività diffusa in diverse regioni del Nord Italia. Le autorità invitano i cittadini a segnalare tentativi di truffa per contrastare il fenomeno. [...]

Truffe agli anziani a Trieste: smantellata rete criminale, 10 arresti e 150mila euro recuperati

Nel rispetto dei diritti delle persone indagate e del principio di presunzione di innocenza, per quanto risulta allo stato, salvo ulteriori approfondimenti e in attesa del giudizio, si comunica quanto segue.

Si è tenuta oggi una conferenza stampa congiunta tra la Procura della Repubblica e il Comando Provinciale dei Carabinieri per fare il punto sulla indagine sulle truffe agli anziani a cui è stato dato il nome “Fumo del Vesuvio”.
A seguito di un notevole incremento del fenomeno, il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale CC di Trieste, diretto dalla locale Procura della Repubblica, ha posto in essere sinergiche indagini, supportate da adeguata attività preventiva, finalizzata a contrastare tale esecrabile reato sul territorio. 
L’attività prende le mosse all’inizio dell’estate del 2023. Se infatti i primi mesi di quell’anno avevano fatto registrare un numero relativamente esiguo di casi, da giugno gli episodi si moltiplicano evidenziando un’emergenza che era imperativo contenere. Proprio questa maggiore attenzione, di concerto con i Comandi Stazione, conduce all’individuazione e all’arresto di un individuo riconosciuto autore, tra le altre, di una truffa perpetrata a Prosecco. L’evento permette un ulteriore sviluppo degli elementi acquisiti e consente di individuare due donne che, giungendo in treno a Trieste, avevano il ruolo di prelevare le somme racimolate dalle vittime in seguito al raggiro operato al telefono da un fantomatico avvocato (a volte Maresciallo dei Carabinieri) che minacciava ingiuste conseguenze per un grave incidente stradale causato da un congiunto.  Questa infatti, con diverse sfumature, la trama della truffa in cui iniziavano a cadere decine di soggetti anziani. 
Proseguendo nell’attività investigativa, sempre a stretto contatto con la Procura della Repubblica, si perviene all’arresto di F.G., 45enne di origini campane che, in sede di interrogatorio, rivela il modus operandi, i vari passaggi ed i vari ruoli del disegno criminale. 
In sintesi viene individuata una zona da “attaccare” che gli “esattori” ovvero chi preleva le somme dalle vittime, raggiungono nella prima mattinata. In quello stesso momento i “centralinisti” ovvero chi effettivamente effettua la chiamata telefonica, iniziano a battere il territorio effettuando decine di chiamate fino a quando, la malaugurata vittima, non cade nel tranello. Gli “esattori” nel frattempo attendono indicazioni per raggiungere l’abitazione della vittima, dove prelevano i proventi del reato e facendo rientro alla base a termine giornata o anche immediatamente se un colpo è andato particolarmente bene. Molto spesso ci si è chiesti se sul territorio possano operare dei basisti. La mancanza di evidenze in questo senso ed il fatto che le varie batterie operino indistintamente in tutta Italia porta a ritenere che questa specifica figura non faccia parte dell’organizzazione. È invece verosimile che la scelta del territorio da “attaccare” sia preceduta da un cospicuo lavoro di raccolta informazioni operato da soggetti altamente specializzati che operano un incrocio fra tutte le notizie personali reperibili in rete tra Banche dati e social network. Particolarmente interessante il fatto che gli “esattori” vengano pagati a giornata, con una somma pari a 150 euro, indipendentemente dall’ammontare raccolto. 
Dalle due donne e dal 45enne partono due filoni di indagine apparentemente separati che conducono gli investigatori a scoprire un considerevole numero di “esattori” e finanche alcuni centralinisti. Molti di loro, sussistendo le condizioni di legge sono finiti in manette, altri sono stati deferiti in stato di libertà. I due filoni hanno continuato a correre autonomamente fino a quando non sono emersi alcuni elementi di convergenza, tra i quali sicuramente l’origine campana dei soggetti individuati, l’identificazione di centralinisti comuni ai due gruppi come anche l’uso di medesime autovetture. Questo ha consentito di allargare ulteriormente il quadro investigativo con il coinvolgimento dell’Arma di Napoli che ha fornito un eccellente collaborazione in termini di informazioni e supporto. Si è quindi tentato di salire ulteriormente nella piramide criminale giungendo agli organizzatori ovvero alle menti del piano delittuoso con la sensazione di muoversi, da un punto di vista investigativo, in un ambiente di criminalità organizzata. 
Proprio questo ulteriore passo in avanti ha consentito di individuare ulteriori soggetti ma soprattutto di scoprire e in alcuni casi di prevenire truffe perpetrate in tutto il Nord Italia, sicuramente in Friuli VG, ma anche in Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Marche. Complessivamente, al momento, sono stati arrestati 10 soggetti, altri 29 denunciati in stato di libertà, scoperte 38 truffe e recuperati circa 150.000 euro di proventi. 
L’attività investigativa è tuttora in corso ed ha, come obiettivo, gli organizzatori del sistema criminale, ma d’intesa con la Procura si è ritenuto opportuno comunicare i progressi investigativi per portare la cittadinanza a conoscenza dell’attenzione che le Istituzioni pongono al disdicevole fenomeno.
 
Gli anziani infatti, spesso soli, sono facili vittime di malintenzionati pronti a sfruttare la loro buona fede e le loro vulnerabilità. Sebbene si tratti di un fenomeno nazionale, a Trieste assume un carattere particolarmente significativo, attesa la composizione demografica della popolazione residente.
Le indagini hanno acclarato l’esistenza di una strutturata di tipo piramidale che vede alla base gli esattori, al centro i telefonisti e al vertice gli organizzatori. I telefonisti sono ubicati in località remote (in particolare nell’area campana) mentre gli esattori operano in loco per l’accaparramento dei proventi dei delitti. Accanto a questi sono presenti altre figure che si occupano del procacciamento di SIM telefoniche intestate fittiziamente a persone ignare, del noleggio di autoveicoli, della ricettazione dei preziosi, del reclutamento di “manodopera” occasionale, etc…
Il Procuratore della Repubblica e i Carabinieri ci tengono a ribadire la massima importanza della collaborazione dei cittadini per eradicare questo fenomeno segnalando immediatamente anche i tentativi subiti ma anche creando una rete di sicurezza per familiari o vicini di casa più fragili. 

 

Comunicato stampa: comando provinciale dei carabinieri

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