"Pozzo dell'Ex Pavan: l'Assessora Lodi nega che l'interramento iniziale sia stato dannoso"

"Pozzo dell'Ex Pavan: l'Assessora Lodi nega che l'interramento iniziale sia stato dannoso"

"Durante la seduta del Consiglio comunale di ieri, lunedì 22 aprile 2024, la Capogruppo del Movimento 5 Stelle Alessandra Richetti e il Capogruppo di Adesso Trieste Riccardo Laterza hanno illustrato le rispettive domande d’attualità sul pozzo cilindrico dell’Ex Pavan, rinvenuto giovedì 18 aprile dall’unico operatore del cantiere, subito interrato da questi tramite una ruspa in assenza di archeologi o altro personale esperto, ma sabato 20 aprile disostruito e attorniato da transenne, così solide che lunedì 22 aprile sono crollate a terra per la bora. L’Assessora Lodi ha risposto minimizzando e rassicurando che è tutto in regola, come già aveva fatto a mezzo stampa. Insoddisfatti gli interroganti.

Nella sua domanda d’attualità la Consigliera Richetti, «vista la scoperta di un pozzo in area cantiere di via Frausin, considerato che è stata documentata la ostruzione del medesimo pozzo con materiale di risulta dall’azienda che lì sta operando», chiedeva «se tale operazione sia stata autorizzata dal Comune di Trieste, quali azioni sono state messe in atto dal Comune a seguito di questo atto, che potrebbe essere ritenuto illecito, se è garantita la preservazione del manufatto entro e fuori terra e quale sia lo stato delle acque».

Nella sua domanda d’attualità il Consigliere Laterza, «appreso che in data 18/4/24, nel corso dei lavori di demolizione presso l’area ex Pavan in Via Frausin, è stato rinvenuto un pozzo circolare con pareti in pietra, che questo è stato inizialmente interrato, riempiendolo con materiale di risulta degli scavi e delle demolizioni, considerato che il giorno successivo al rinvenimento l’Assessora competente Elisa Lodi ha dichiarato, al notiziario meridiano di Telequattro, che il pozzo rinvenuto risaliva al XIX secolo e che era stato coperto per ragioni di sicurezza, considerato tuttavia che in seguito il pozzo è stato liberato dal materiale con il quale era stato colmato e che l’area circostante è stata transennata», chiedeva al Sindaco o all’Assessora competente «se il rinvenimento sia stato segnalato tempestivamente alla Soprintendenza in ottemperanza alle prescrizioni di “sorveglianza archeologica” del cantiere, se la Soprintendenza abbia emesso delle indicazioni – generali o relative al manufatto nello specifico – sulla prosecuzione del cantiere, e per quale motivo le ragioni di sicurezza addotte al momento della copertura del pozzo non sussistono più ad oggi, stante il suo svuotamento».

«La presenza del pozzo – ha risposto l’Assessora Lodi ad ambo le domande d’attualità – è nota all’archeologo incaricato che lavora per conto dell’impresa esecutrice e anche della Soprintendenza, che ne ha la sorveglianza. La stessa Soprintendenza valuterà di concerto con il Comune le modalità operative relative alla sua conservazione, se ritenuto necessario. La sorveglianza della Soprintendenza è insita già nel parere rilasciato sul progetto di fattibilità. L’operazione di chiusura del pozzo è stata coordinata dal Comune al fine di proteggere eventuali operatori dal rischio di caduta nelle lavorazioni. Infine oggi non si rileva alcuna problematica relativa alle acque».

«Non ho rilevato – ha replicato Alessandra Richetti – se è stata fatta poi comunicazione in merito alla presenza del pozzo. Mi sembra che questo sia un atto dovuto, anche perché vi è una tutela degli accessi all’acqua sia nell’atto di costruzione di un pozzo sia nell’atto dell’eventuale possibile chiusura. La ringrazio delle informazioni. Rimango perplessa su come il mettere del materiale di risulta non vada poi a creare delle problematiche per le acque. Ma la ringrazio delle rassicurazioni. Sono perplessa nell’ambito dell’apertura e della chiusura».

«Lei – ha replicato Riccardo Laterza – ha detto che questo pozzo, secondo le indicazioni arrivate dalla Soprintendenza andrà conservato, o meglio andranno individuate le modalità migliori per conservare questo rinvenimento. Allo stesso tempo Lei ha dichiarato pubblicamente che era stato coperto per ragioni di sicurezza. Oggi quel pozzo non è più pieno dei materiali con i quali era stato riempito in una prima fase ed è adeguatamente transennato, evidentemente perché era giusto e doveroso fin dall’inizio dargli un’adeguata conservazione. Quindi mi dispiace dirlo, anche di fronte alle persone che Lei prima ha citato e che si curano del fatto di dare le notizie e le informazioni ai cittadini, che Lei ha mentito, perché non c’è nessuna questione di sicurezza legata al fatto che quel pozzo è stato colmato. Semplicemente lo si voleva evidentemente far sparire. Cosa che fortunatamente non è successa perché delle persone che hanno a cuore quell’area l’hanno subito rilevato e hanno fatto una segnalazione alla Soprintendenza. Questa penso sia una cosa molto grave che è successa perché la Giunta, al di là di qualunque posizione politica, ha il dovere di garantire la trasparenza su quello che succede in città e sulle scelte che vengono prese da questa Amministrazione».

«Fare – ha obiettato il Presidente del Consiglio comunale Francesco di Paola Panteca – delle affermazioni in quest’aula che un Assessore mente credo che non ci faccia tanto onore. Possiamo confrontarci, però dire che uno dice bugie non ci fa onore».

«Il Comune – ha ripetuto l’Assessora Lodi – di concerto con la Soprintendenza valuterà le modalità operative relative alla conservazione dello stesso, se ritenuto necessario».

Quindi l’Amministrazione comunale non spiega alla cittadinanza come mai il pozzo pieno d’acqua di falda è stato prima frettolosamente colmato per asserite ragioni di sicurezza, ma poi disostruito e semplicemente attorniato da transenne, così instabili che sono cadute alle prime intemperie. Né spiega come si potrà costruire un impianto sportivo sopra un pozzo, ovvero sopra una vena d’acqua.

Si può ascoltare la fase del Consiglio comunale relativa al pozzo cliccando su https://www.youtube.com/watch?v=ycbFl4ZxHF8 posizionando il cursore dal minuto 24.45 al minuto 32.10."
A riferirlo il Comitato Insieme San Giacomo