Nel 2024 il carrello della spesa è rincarato il doppio dell'inflazione: Trieste tra le città più costose
L'inflazione in Italia ha ufficialmente chiuso il 2024 a +1%, in forte riduzione rispetto al +5,7% del 2023. Il rallentamento è principalmente dovuto al crollo dei prezzi dei beni energetici, scesi del 10,1% rispetto al +1,2% del 2023. Anche i prezzi degli alimentari hanno registrato un significativo rallentamento, passando da un +9,8% a un più contenuto +2,2%. Nonostante ciò, i costi alimentari restano ben superiori all'inflazione generale. La "core inflation", ovvero l'inflazione di fondo al netto di energia e cibo, si è attestata al 2% nel 2024, una netta riduzione rispetto al 5,1% del 2023, mentre anche il "carrello della spesa" vede una crescita moderata del 2%, rispetto al +9,5% dell’anno passato. Inoltre, l'inflazione trascinata al 2025 è pari a +0,3%. Soddisfatto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso: "I dati Istat confermano che siamo sulla strada giusta: nel 2024 l'inflazione è scesa all'1%, rispetto al 5,7% del 2023 e all'8,1% del 2022", scrive su X. A consuntivo del 2024, l'Unione Nazionale Consumatori ha stilato una classifica delle città italiane più care, in base all'aumento del costo della vita. In cima alla lista si trova Bolzano, con un'inflazione media del 1,7%, la seconda più alta d'Italia dopo Brindisi (1,8%), con un incremento annuo della spesa di 492 euro per una famiglia tipo. Segue Rimini, con una crescita dell'1,6% e una spesa aggiuntiva di 435 euro all’anno, mentre Siena, con un'inflazione del 1,7%, vede un aumento di 434 euro. Le città con i maggiori incrementi non sono solo i capoluoghi di regione o i comuni con oltre 150.000 abitanti, ma anche altre località. Tra queste, Padova con un +1,5% ha un incremento della spesa pari a 386 euro, mentre Parma (+1,4%) registra un aumento di 380 euro. Altre città con aumenti significativi includono Napoli (+1,7%, +375 euro), Trieste (+1,5%, +367 euro), Benevento (+1,7%, +363 euro) e Ferrara (+1,3%, +353 euro). Macerata e Venezia chiudono la top ten, con incrementi di spesa di 343 euro, pur con inflazioni differenti. Secondo il Codacons, l'inflazione nel 2024 ha avuto un impatto complessivo di 8,5 miliardi di euro in più per le famiglie italiane, con un aggravio medio che per una famiglia tipo è pari a 329 euro annui, mentre per una famiglia con due figli l’aumento è di circa 448 euro. “Dopo i fortissimi aumenti registrati nel 2023, anche nel 2024 prosegue la corsa degli alimentari, con i prezzi al dettaglio del comparto che segnano un aumento medio annuo del +2,4%, confermando i tanti allarmi lanciati negli ultimi mesi da Assoutenti, sui quali chiederemo un approfondimento a Mister Prezzi”, commenta infine il presidente dell'associazione di consumatori, Gabriele Melluso. Si conferma l’andamento “drammatico” dei listini alimentari che a fronte di una inflazione media dell’1% hanno registrato nel corso dell’ultimo anno rialzi ben più pesanti e pari al +2,4%, equivalenti ad una maggiore spesa da +219 euro in media per una famiglia con due figli - analizza ancora Assoutenti – In termini di impatto sulla collettività, solo per bere e mangiare gli italiani hanno speso lo scorso anno 3,9 miliardi di euro in più rispetto al 2023. E a conferma delle tante denunce avanzate da Assoutenti nell’ultimo anno, tra i comparti che registrano forti tensioni sul fronte dei listini c’è il turismo, con la voce 'Servizi ricettivi e di ristorazione' che vede prezzi e tariffe salire del +3,9% nel 2024. “Dopo gli aumenti del 2023 ci si attendeva finalmente un calo dei prezzi al dettaglio che purtroppo non c’è stato – afferma il presidente Melluso – Al contrario nel comparto degli alimentari si assiste ad un trend in sensibile crescita che sta modificando le abitudini delle famiglie e che deve portare il governo ad adottare misure immediate per contrastare l’aumento dei listini in settori primari come quello di cibi e bevande”. (GEA) - ZUL/DAB ECO foto sebastiano visintin