Mattino Cinque, il caso Garlasco si riaccende: minacce e misteri attorno all’avvocato Lovati
Un nuovo capitolo si apre sul caso Garlasco, la vicenda che dal 2007 scuote l’opinione pubblica italiana dopo l’omicidio di Chiara Poggi. Nella puntata di Mattino Cinque andata in onda su Canale 5 e condotta da Federica Panicucci, la trasmissione ha acceso nuovamente i riflettori su un intricato intreccio di minacce, lettere anonime e segreti che ruotano attorno all’avvocato Massimo Lovati, ex difensore di Andrea Sempio, a sua volta accusato in concorso per l’omicidio della giovane.
Secondo quanto emerso nel servizio, Lovati avrebbe ricevuto una lettera minatoria infilata sotto la porta del suo studio, accompagnata da ritagli di giornale, una croce e un messaggio inquietante: “Te sta ciù, è meglio che stai zitto”. Un chiaro avvertimento, forse legato a informazioni delicate di cui l’avvocato sarebbe a conoscenza.
Nonostante la gravità dell’episodio, Lovati ha minimizzato, dichiarando di non voler dare troppo peso alla vicenda. Tuttavia, il suo legale, l’avvocato Fabrizio Gallo, ha presentato una denuncia ai Carabinieri, sottolineando come il collega “potrebbe essere depositario di confidenze o elementi importanti” legati all’inchiesta parallela della procura di Brescia sulla presunta corruzione che coinvolgerebbe Giuseppe Sempio e l’ex procuratore aggiunto Venditti.
“Credo che sia a conoscenza di fatti che non ha voluto rivelare, ma su questo dovranno indagare i magistrati” – ha dichiarato Gallo durante la trasmissione.
Nelle parole del servizio emerge un quadro torbido: soldi, buste e presunti scambi di denaro che potrebbero essere parte di un sistema più complesso di pressioni e connivenze. Non a caso, Lovati potrebbe essere ascoltato dagli inquirenti nei prossimi giorni, mentre cresce il sospetto che qualcuno voglia intimidirlo per metterlo a tacere.
A rendere la vicenda ancora più intricata, le ombre che si allungano su altri protagonisti del caso, come Flavius Savu, ex latitante oggi in carcere per estorsione, e l’avvocato Roberto Grittini, che difendeva il santuario della Bozzola.
Durante la puntata, viene anche riportata la testimonianza di un uomo che avrebbe ascoltato una conversazione telefonica tra Lovati e Sempio dai toni concitati:
“Ha urlato per un quarto d’ora – racconta – diceva ‘se ne va di ma, se ne va di ma’.”
Chi c’era davvero dall’altra parte della linea? E perché questo testimone non ha riferito subito quanto sentito alle autorità?
Domande che restano sospese e che, ancora una volta, riportano al centro dell’attenzione uno dei casi più controversi e dolorosi della cronaca italiana, tra verità mai dette, paure e misteri che sembrano non voler trovare fine.