Lo scompenso cardiaco è la principale causa di ricovero in Italia dopo il parto

Pubblicati sul numero di aprile 2020  del Giornale Italiano di Cardiologia 6 contributi a valenza operativa,  frutto di un Gruppo di Lavoro multiprofessionale e multidisciplinare al quale hanno partecipato autorevoli professionisti di varie realtà italiane coordinati da Raffaella Antonione ASUGI-Monfalcone,   Gianfranco Sinagra, ASUGI-Trieste e Massimo Romanò Milano.  I contributi affrontano vari temi in ambito di medicina palliativa come l’uso dei dispositivi nelle fasi avanzati delle malattie, la costo-efficacia, le disposizioni anticipate L219/2017.

Lo scompenso cardiaco è la principale causa di ricovero in Italia dopo il parto: la sua prevalenza è destinata ad aumentare grazie al prolungamento della vita media e alla riduzione  della mortalità. I progressi della tecnologia offrono importanti opportunità di cura.

L’espansione della popolazione con scompenso cardiaco in particolare nel paziente anziano e fragile,  sta però modificando significativamente il panorama clinico ed organizzativo.

Nel corso della vita del malato con scompenso cardiaco si intensificano quantità e qualità dei trattamenti, trattamenti che tuttavia, nelle fasi finali della vita,  non sono necessariamente  proporzionati e risultano talora futili. In queste fasi la prognosi, di per sé già difficile da formulare nel singolo paziente, non è il solo criterio principale per definire le scelte; piuttosto l’individuazione e la soddisfazione dei bisogni del malato e dei familiari, bisogni clinici, psicologici, spirituali e di condivisione, diventano il principale fattore di riferimento. La consapevolezza di questa nuova realtà può aumentare e dare risultati positivi creando sensibilità adeguate a dare risposte ai bisogni dei malati: ciò passa attraverso la contaminazione culturale fra le differenti professionalità coinvolte nella cura del paziente scompensato e alla individuazione di modelli organizzativi ad alta intensità umana, condivisi, sostenibili, efficaci.

L’obiettivo dei contributi stilati da professionisti di varie regioni è cercare di fornire  strumenti informativi e pratici per diffondere ulteriormente  la cultura delle cure palliative in campo cardiovascolare, con l’auspicio che ciò renda possibile, anche attraverso nuove modalità organizzative, il miglioramento della cura del malato nelle fasi finali della vita.