ICS: "La Corte europea condanna la Croazia, violato il diritto d’asilo di un cittadino curdo"
La Corte europea dei diritti umani (CEDU) ha condannato la Croazia per violazione dei diritti fondamentali di un cittadino turco di origine curda, riconoscendo che il Paese ha negato il diritto d’asilo e ha esposto l’uomo al rischio di nuove persecuzioni e torture.
La sentenza, ormai definitiva, riguarda il caso Y.K. contro Croazia (Yilmaz Kökbalik): invece di garantire al rifugiato l’accesso alla procedura d’asilo, le autorità croate lo hanno detenuto e poi espulso, in violazione delle convenzioni internazionali sui diritti dei richiedenti protezione internazionale.
La Corte ha ritenuto che la Croazia abbia violato il diritto alla vita privata e familiare, alla libertà e alla sicurezza, nonché il principio di non-refoulement, che vieta di rimandare chi fugge da persecuzioni in un Paese dove rischia maltrattamenti o violenze.
Il Centro per gli Studi sulla Pace (CMS) ha accolto la decisione come una “vittoria della giustizia” e una conferma delle gravi violazioni che avvengono da anni lungo le frontiere europee. Numerose organizzazioni umanitarie, tra cui il Consorzio Italiano di Solidarietà (ICS) di Trieste, sottolineano come questa nuova condanna confermi pratiche sistematiche di respingimenti illegali, negazione del diritto d’asilo e assenza di rappresentanza legale per i migranti bloccati lungo la rotta balcanica.
L’ICS, da sempre attivo nell’assistenza ai rifugiati nel territorio triestino, ha ribadito la necessità di un impegno concreto da parte delle istituzioni europee e nazionali per porre fine ai respingimenti e garantire pieno accesso all’asilo, all’assistenza legale e a rimedi effettivi per tutte le persone in cerca di protezione.
Una decisione che risuona anche a Trieste, crocevia della rotta balcanica, dove quotidianamente si manifesta l’impatto delle politiche di frontiera e delle mancate tutele nei confronti dei migranti.