Fuori dal Coro, Udine sotto assedio: risse e spaccio nei centri per minori stranieri, cittadini esasperati

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Fuori dal Coro, Udine sotto assedio: risse e spaccio nei centri per minori stranieri, cittadini esasperati

La puntata di Fuori dal coro, andata in onda su Retequattro e condotta da Mario Giordano, ha acceso i riflettori sul Friuli Venezia Giulia, denunciando una situazione che definire esplosiva non è esagerato: quella dei centri di accoglienza per minori stranieri non accompagnati.

Il servizio ha raccontato storie e testimoniato episodi di violenza che negli ultimi mesi hanno scosso profondamente la comunità locale. Le immagini mandate in onda parlano da sole: giovani che si affrontano con urla, calci, spranghe ed estintori, in risse che coinvolgono decine di ragazzi. Scene che si sarebbero verificate nei pressi della Casa dell’Immacolata di Udine, una struttura destinata a circa 75 minori e gestita dalla Curia.

La redazione di Fuori dal coro è tornata più volte a documentare la situazione. Solo negli ultimi sei mesi – come hanno spiegato i giornalisti – le telecamere hanno ripreso gli stessi scenari per ben tre volte. Nulla sembra essere cambiato. I video mostrano giovani che escono dal centro senza alcun controllo, salgono sugli autobus e raggiungono la stazione, dove avvengono episodi di spaccio di droga, con offerte dirette di hashish e cocaina.

Alla richiesta di chiarimenti, gli operatori della struttura non hanno voluto rilasciare interviste. Il presidente della Casa dell’Immacolata, Vittorino Bohem, contattato al telefono, ha ribadito che il centro “funziona” e che “i ragazzi stanno bene”. Una versione che stride però con quanto ripreso dalle telecamere e con le testimonianze raccolte tra i residenti, che parlano di un contesto “fuori controllo”.

Un padre esasperato, Francesco Patrizi, ha raccontato in diretta la sua drammatica esperienza: il figlio diciassettenne è stato accoltellato alla schiena da un giovane tunisino ospite in un centro per minori. Patrizi ha denunciato la totale assenza di tutela da parte delle istituzioni, arrivando a registrare un video – poi diventato virale – in cui annunciava di essere pronto a cercare da solo l’aggressore del figlio. «Se prima aveva tentato di ucciderlo, adesso temo che possa farlo davvero. Non posso restare fermo. Se non mi viene garantita sicurezza, sarò costretto a trovarlo io», ha dichiarato.

Il caso ha acceso ulteriormente la tensione in città. Residenti intervistati a Udine hanno espresso tutta la loro esasperazione: «Siamo arrivati al limite, i cittadini sono stanchi. Se la situazione non cambia, qualcuno finirà per farsi giustizia da solo».

Sul tema è intervenuto anche il sindaco di Udine, che ha riconosciuto la difficoltà della gestione: «È evidente che se succedono certe cose lì e altrove qualche problema c’è. Più sono i numeri elevati, più i problemi aumentano».

Un passaggio centrale dell’inchiesta ha riguardato anche i costi. Solo nel 2024, lo Stato italiano ha speso circa 600 milioni di euro per l’accoglienza di oltre 18.600 minori stranieri non accompagnati. Cifre imponenti, interamente a carico dei contribuenti, che tuttavia – come dimostrano i casi documentati in Friuli Venezia Giulia – non si traducono in un’efficace gestione della sicurezza.

Ancora una volta, la questione dell’accoglienza e della tutela dei residenti torna a dividere l’opinione pubblica. E il Friuli Venezia Giulia, al centro di flussi migratori e di equilibri complessi, si trova costretto a interrogarsi su come affrontare un problema che tocca la quotidianità dei cittadini e mette alla prova la fiducia nelle istituzioni.