«Fatto 30, fa 31»: l’appello accorato di una triestina dopo un danno all’auto a San Giusto

«Fatto 30, fa 31»: l’appello accorato di una triestina dopo un danno all’auto a San Giusto

Una segnalazione sentita, genuina, che nasce dalla frustrazione ma anche dalla speranza che, in una città come Trieste, l’umanità e il senso civico possano ancora prevalere. È il messaggio condiviso da una triestina dopo l’episodio che l’ha vista coinvolta giovedì 29 maggio nei pressi dello spiazzo antistante l’oratorio di San Giusto, dove aveva lasciato parcheggiata la sua auto.

Al suo rientro, ha trovato sul parabrezza un biglietto lasciato da un’anima gentile, probabilmente testimone di un piccolo incidente, forse un urto o un danno provocato da un altro veicolo. Un gesto che inizialmente sembrava promettente: una testimonianza lasciata spontaneamente, forse nella speranza di fare la cosa giusta.

“Fatto 30, fa 31…”

Ma poi, il nulla. La Polizia Locale, contattata prontamente, ha confermato che senza una testimonianza effettiva e formalizzata, purtroppo, si può fare ben poco. E le telecamere presenti in zona non coprono l’esatto punto in cui si è verificato l’incidente.

È così che nasce l’appello pubblico della proprietaria del veicolo danneggiato: un messaggio diretto, pacato ma risoluto, rivolto alla persona che ha lasciato il biglietto, nella speranza che voglia completare quel gesto di civiltà e aiutare a chiarire la dinamica.

“Apprezzatissimo el gesti, ma la Locale senza una testimonianza effettiva poco pol far… Fatto 30, fa 31, se te se ritrovi nel messaggio… Grazie mille!”

Un gesto mancato che pesa

Nel suo sfogo, la triestina sottolinea anche un aspetto spesso sottovalutato: la disparità di possibilità tra chi causa un danno e chi lo subisce. Il veicolo coinvolto pare fosse nuovo, e certamente sarà presto ripristinato. Ma l’auto della vittima, come spesso accade, rischia invece di rimanere segnata. Anche piccoli danni possono rappresentare un costo non sostenibile per molte famiglie, soprattutto se non coperti da assicurazione o se non si riesce a individuare il responsabile.

“No xe sai danno, magari mettendose d’accordo se risolveva tutto amichevolmente… Desso, sicuro ti la tua bella ricada te se la metterà a posto. Ma la mia???”

L’invito al senso civico

Non si tratta solo di una questione economica. È una questione di coscienza, rispetto, responsabilità condivisa. Il suo appello non è una denuncia, ma un invito: a non lasciare le cose a metà, a non temere le conseguenze di un gesto giusto, a credere ancora nella possibilità di venirsi incontro.

Perché, come scrive con una punta di amarezza, “esisti anche le constatazioni, el venirse incontro…”, mentre fuggire dal confronto lascia solo disagio, frustrazione e amarezza.