Da assessore a nonno di quattro nipoti: Bucci archivia l’ipotesi di una nuova avventura in Comune (VIDEO)

Da assessore a nonno di quattro nipoti: Bucci archivia l’ipotesi di una nuova avventura in Comune (VIDEO)

Nel pieno di una diretta serale dedicata al futuro delle crociere a Trieste, il colpo di scena è arrivato sul finale. A sorpresa, Maurizio Bucci, per anni protagonista della vita amministrativa cittadina, ha messo nero su bianco – in diretta su Trieste Cafe – la propria posizione sulle elezioni comunali del 2025, stoppando le indiscrezioni su un suo possibile ritorno sulla scena elettorale.

Interrogato dal conduttore Luca Marsi sull’eventualità di un impegno diretto alle prossime comunali, Bucci ha scelto la via della chiarezza, senza giri di parole.

«Sono vecchio ormai, la politica la devono fare i giovani», ha dichiarato, spiazzando chi sperava in un suo rientro in campo.

«Quasi 30 anni in Consiglio, 15 da assessore: cosa volete di più?»

Nel suo intervento Bucci ha rivendicato, con orgoglio ma anche con una certa dose di misura, il lungo percorso istituzionale già alle spalle.
Ha ricordato infatti di essere stato:

  • per quasi trent’anni in Consiglio comunale,

  • per quindici anni assessore,

  • oltre che consigliere provinciale e consigliere regionale.

Un curriculum politico che, nelle sue parole, rappresenta un ciclo compiuto.

«Sono stato in Consiglio comunale quasi 30 anni, 15 anni da assessore, consigliere provinciale, consigliere regionale. Cosa volete di più? Basta», ha sottolineato, scandendo quel «basta» che suona come una chiusura netta a nuove avventure elettorali.

«Sono nonno di quattro nipoti»: la vita oltre la politica

A rafforzare il messaggio, Bucci ha richiamato anche la sua dimensione personale e familiare, quasi a spiegare che il tempo della militanza in prima linea ha lasciato il posto a nuove priorità.

Con un sorriso, ma senza alcuna esitazione, ha aggiunto:
«Sono nonno di quattro nipoti».

Una frase semplice, ma dal peso politico evidente: l’immagine di un uomo che, dopo decenni di incarichi pubblici, rivendica il diritto a una diversa stagione della vita, lontana dalle campagne elettorali e dalle sfide quotidiane dell’amministrazione.

Le voci sulla candidatura e la risposta in diretta

La domanda di Luca Marsi era chiara: «Dato tutto questo ragionamento anche in prospettiva, è possibile il tuo impegno alle prossime elezioni comunali?».
Una domanda che intercettava un sottotesto circolato più volte in città: l’ipotesi che Bucci potesse essere ancora una carta spendibile nella competizione del 2025.

La risposta, però, è stata altrettanto chiara. Nessuna ambiguità, nessun “vedremo più avanti”, nessun mezzo sì:
Bucci ha scelto di chiudere la porta, spiegando che la politica deve passare di mano, verso una nuova generazione.

Passaggio di testimone: «La politica la devono fare i giovani»

Il cuore delle sue dichiarazioni sta tutto in una frase:
«La politica la devono fare i giovani».

Non solo una battuta, ma un vero e proprio messaggio politico: dopo anni in cui ha ricoperto ruoli chiave tra Comune, Provincia e Regione, Bucci rivendica il lavoro svolto e, allo stesso tempo, indica una direzione precisa, quella del ricambio generazionale.

Un passaggio di consegne che, nelle sue parole, appare non solo necessario, ma quasi doveroso, soprattutto in una fase in cui la città si prepara a decidere il proprio futuro politico.

Un “no” che pesa sul dibattito verso le comunali 2025

Le dichiarazioni di Maurizio Bucci arrivano in un momento caldo per la politica triestina, con i ragionamenti sui nomi in corsa per il dopo-Dipiazza sempre più intensi.
La sua figura, forte di una lunga esperienza amministrativa e di una riconoscibilità pubblica consolidata, era inevitabilmente rimasta sullo sfondo delle ipotesi e dei retroscena.

Con questa presa di posizione in diretta, Bucci sceglie invece di sgomberare il campo, togliendosi dal novero dei possibili candidati e marcando un confine netto fra il proprio passato istituzionale e il presente.

Resta, però, il ruolo di osservatore esperto, soprattutto su temi come il turismo crocieristico, dove la sua voce continua a pesare nel dibattito pubblico cittadino.

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