Assemblea Annuale del Consorzio Energia Confindustria: Alessio Lilli confermato alla Presidenza

Si è tenuta la settima Assemblea del Consorzio Energia Confindustria, realtà che si occupa di contrattare la fornitura di energia elettrica e del gas, nata nel 2013 al termine di un percorso di aggregazione tra il Consorzio Energia Trieste e il Consorzio Energia Isontina. L'Assemblea è stata l'occasione per Alessio Lilli, Presidente del Consorzio Energia Confindustria, per fare un punto sulle attività svolte dal Consorzio, per inquadrare l’andamento del mercato energetico nazionale e internazionale nel 2019 e per fare delle previsioni per il futuro. 

L’incontro si è chiuso con le elezioni per la governance del Consorzio, per il quale l’Assemblea ha confermato alla Presidenza del Consiglio Direttivo Alessio Lilli e ha eletto Vicepresidente Claudio Taboga (Wartsila) e Consiglieri Enzo Bertoldi (NIDEC), Giuseppe Cipolla (ALDER) e Igor Muzzolini (MIKO)

Per quanto riguarda l’attività, anche nel 2019 il Consorzio Energia Confindustria ha agito sul mercato libero dell’energia come un gruppo di acquisto, approvvigionamento di elettricità e gas per offrire condizioni contrattuali vantaggiose a imprese, enti e strutture di qualsiasi genere dimensione, anche non iscritte a Confindustria Venezia Giulia, che da sole non potrebbero avere lo stesso potere di contrattazione. Il Consorzio ha rappresentato 96 soci, per un consumo complessivo di 433 milioni di kilowattora e 28 milioni di metri cubi di gas. 

 

In aggiunta all'attività di contrattazione, il Consorzio è stato particolarmente presente con attività di consulenza e assistenza sui vari temi energetici e sulle esigenze complementari alle forniture. In particolare si è concentrato sul contribuire ulteriormente al miglioramento della capacità produttiva e dell'efficienza delle aziende consorziate, attraverso azioni propositive e divulgative sui temi dell'energia e il suo utilizzo razionale.

 

Nella fotografia sull'andamento del mercato energetico internazionale e nazionale 2019, il Presidente Lilli ha sottolineato come esso sia stato decisamente movimentato: si è registrato infatti un costo del petrolio in oscillazione tra i 60 e 65 dollari al barile, con un range inferiore all’anno precedente di circa 5 $/b, ma soprattutto episodi “particolari” come il forte picco ad aprile e un ribasso di quasi il 20% su tale valore ad agosto, impatti importanti sulle quotazioni in seguito ad attacchi di droni e di avvenimenti legati alla crisi in Libia, ma impatti minimi in seguito alle sanzioni all’Iran.

 

L’andamento del prezzo del Gas ha visto una quotazione in generale abbastanza bassa, causa la sovrapproduzione da un lato e dall’altro l’acquisto di GNL che comincia ad arrivare anche dagli USA.

Tra i fattori che impatteranno ulteriormente sul gas, il Presidente ha ricordato il Gasdotto russo Nordstream2, ovvero il raddoppio di quello già esistente che permetterà a metà 2020 di fare arrivare direttamente il gas dalla Russia in Germania bypassando l’Ucraina e renderà il paese tedesco snodo cruciale per lo smistamento del gas russo in Europa, a scapito anche dell’Italia; il nuovo gasdotto Turkstream, che porta il gas russo in Turchia e da lì in Sud Europa (Ungheria, Serbia e Bulgaria) e l’entrata in funzione del «Power of Siberia», la prima pipeline russa rivolta a Oriente, che dal 2024 porterà in Cina 38 Bcm l’anno. La Russia inoltre è diventata un fornitore di primo piano anche sul mercato del Gas naturale liquefatto (Gnl), in competizione frontale con gli Usa e i colossi storici del settore, come il Qatar. È stato segnalato come anche il gas «made in Usa» stia penetrando velocemente in Europa: nel solo mese di novembre 2019 le importazioni di Gnl americano hanno battuto ogni record, sfiorando i 2,6 miliardi di metri cubi, per un valore di 400 milioni di euro. A livello italiano, infine, nell’ultimo periodo del 2019 i tre maggiori fornitori italiani di gas (Eni, Enel, Edison) hanno rinnovato con la compagnia nordafricana Sonatrach gli accordi sull’acquisto e sul trasporto del gas: l’Italia, per i prossimi 8-10 anni, potrà contare su circa 14 miliardi di metri cubi di gas algerino, quasi 3 miliardi in meno rispetto ai volumi importati nel 2018 e oltre 10 miliardi in meno rispetto a una decina d’anni fa.   

 

Le sfide per il futuro ricordate dal Presidente riguardano il climate change e la necessità di ridurre le emissioni di CO2. Al momento, soltanto l’Europa e il Giappone non sono responsabili delle emissioni di CO2 legate all’energia: infatti nei paesi europei c’è stato un calo dell’1,3%. Negli altri paesi la tendenza non è virtuosa: in India la CO2 è aumentata del 4,8%, negli Stati Uniti del +3,1% , un tasso addirittura superiore al +2,5% della Cina (che però emette quasi il doppio degli Usa). La continua discesa dei costi di generazione di energia da fonti rinnovabili e il crollo dei prezzi del gas nel Vecchio continente hanno reso il carbone sempre meno competitivo. Inoltre, con l’aumento dei diritti per l’emissione di CO2, in Europa il carbone potrebbe estinguersi per motivi economici prima ancora del 2030, data auspicata per il phase-out dagli Accordi di Parigi sul clima. Tuttavia, grazie ad aiuti governativi e/o prezzi elevati sul mercato elettrico, bruciare carbone può ancora essere conveniente da un punto di vista finanziario: in Polonia, Italia, Slovenia, Repubblica Ceca, e solo limitatamente ad alcune centrali tecnologicamente molto avanzate, anche in Germania e Olanda.

 

La rivoluzione “green” è attesa dal vento e dal mare: l’eolico offshore ha la potenzialità di soddisfare l’intero fabbisogno mondiale di elettricità nel giro di un paio di decenni, il tutto ovviamente a zero emissioni. Ma per arrivare al traguardo servono grandi investimenti e un forte sostegno politico. Allo stato attuale si stimano per i parchi eolici offshore investimenti di 840 miliardi di dollari entro il 2040, con Europa e Cina in prima linea.

 

A livello italiano, il 2019 ha mostrato un calo del prezzo di acquisto dell’energia (PUN) per un valore pari a 52,32 €/MWh: dopo due rialzi dal minimo storico del 2016, si è riportato sui livelli del biennio 2014/2015, registrando un calo del 14,7% sul 2018. Tale calo riflette la riduzione dei costi del gas, sceso a un livello superiore solo al minimo storico del 2016. 

L’anno 2020 si è aperto con quotazioni di 47,47 €/MWh a gennaio e 39,24 €/MWh a febbraio. Nel Mercato a Termine dell’energia elettrica per l’Annuale 2020 il prezzo baseload chiude il periodo di trading a 54,25 €/MWh, mostrando aspettative di debole rialzo dei prezzi. 

 

Circa il gas nel 2019 i consumi di gas naturale in Italia riprendono la crescita, attestandosi a circa 74.000 milioni di mc e collocandosi su livelli lievemente inferiori al 2017. La crescita è da attribuire al settore termoelettrico che sale ai massimi dal 2012 sostenuto sia dalla fase ribassista dei costi del gas del 2019, che dalle minori importazioni di energia elettrica dalla frontiera settentrionale, a fronte di una produzione elettrica da fonte rinnovabile solo di poco inferiore all’anno precedente. Continua il trend decrescente dei consumi del settore civile (- 2%) che, scontando soprattutto un autunno mite, si riporta sui livelli del 2016. Le stesse dinamiche ribassiste si registrano anche per i consumi del settore industriale che tuttavia si confermano tra i più alti dal 2009, pari a 14.000 milioni di mc.

 

Di fronte a questo contesto chiaroscuro, per il 2018/19 il Consorzio aveva attuato la stessa politica di diversificazione delle forme di acquisto degli anni passati, avviando un’ulteriore sinergia con il Consorzio Friuli Energia, in modo tale da ampliare il volume di consumi e ottenere migliori condizioni economiche e sottoscrivendo quattro contratti con AXPO ITALIA SpA, ENEL ENERGIA SpA, AMGA ENERGIA SpA e EDISON SpA. Andando ad analizzare il triennio 2017/19, il risparmio conseguito dalle aziende consorziate è stato positivo (3,3M€ ovvero il 5% in meno rispetto al PUN).

 

Oltre ad offrire continua assistenza alle aziende sui temi energetici, il Consorzio presente nella Giunta del Coordinamento nazionale con il Presidente Lilli, sta seguendo i temi di legati al nuovo piano strategico nazionale, alla qualità del servizio elettrico con e distribuzione e il problema emerso di recente del recupero dell’addizionale provinciale accise energia elettrica. Sul tema c’è anche l’attenzione del Presidente Boccia e Direttore generale Panucci di Confindustria che si stanno confrontando con il Ministero delle Finanze sul delicato tema dei rimborsi per le imprese affinché le medesime possano evitare di ricorrere alle giudiziarie ordinarie. Confindustria ha suggerito un intervento legislativo urgente che attribuisca al cliente – che ha versato il tributo indebitato -la legittimazione ad agire verso l’amministrazione finanziaria, con la possibilità di proporre istanza di rimborso delle sole addizionali provinciali pagate per il 2010 e 2011 direttamente all’erario, evitando così migliaia di azioni giudiziarie.