Migranti: Serbia-Ungheria-Austria insieme contro flussi illegali

Serbia, Ungheria e Austria hanno concordato di coordinare le loro azioni nella lotta comune all'immigrazione illegale, i cui flussi lungo la rotta balcanica sono andati via via intensificandosi negli ultimi tempi. Lo ha detto il presidente serbo Aleksandar Vucic. Parlando ai giornalisti al termine di un incontro trilaterale oggi a Budapest con il premier ungherese Viktor Orban e il cancelliere austriaco Karl Nehammer, Vucic ha affermato che gruppi di lavoro dei tre Paesi nelle prossime settimane metteranno a punto misure adeguate e dettagli tecnici al fine di migliorare l'opera di contrasto ai migranti illegali e alle reti di trafficanti attive nella regione. La Serbia, ha osservato, non intende essere una sorta di hot spot né un parcheggio per migranti, anche se continuerà a mostrare comprensione e solidarietà nei confronti dei migranti che giungono nel Paese. Sono tornati ad aumentare, ha detto Vucic, gli arrivi in particolare da Afghanistan, Siria, Pakistan e altri Paesi mediorientali e asiatici, e ora c'è il flusso anche dalla Russia. Ad oggi, ha precisato, sono 17 mila i cittadini russi e ucraini con regolare permesso di soggiorno in Serbia. "Un problema non da poco per un piccolo Paese quale è la Serbia". Vucic ha detto al tempo stesso che entro la fine dell'anno la Serbia allineerà la sua politica dei visti con quella della Ue. Nell'incontro odierno i tre leader hanno discusso al tempo stesso degli altri gravi problemi in primo piano nell'attualità internazionale, come le conseguenze del conflitto armato in Ucraina sulla stabilità dei Balcani, la crisi energetica e il continuo lievitare dei prezzi che riguarda tutti in Europa, compresa la regione balcanica, le prospettive di integrazione europea dei paesi della regione. Su tutti tali problemi Serbia, Ungheria e Austria intendono procedere in stretto coordinamento. Vucic ha quindi lanciato un appello alla Ue e alla Bce a prendere misure energiche per rafforzare l'euro, il cui indebolimento nei confronti del dollaro, a suo dire, influisce sull'economia anche della Serbia e degli altri paesi dei Balcani che non fanno parte dell'Unione. (ANSAmed). QN