Il PD di Trieste al fianco dei portuali in sciopero il 5 aprile
Già lo scorso 27 settembre le organizzazioni sindacali avevano presentato la piattaforma per il rinnovo contrattuale. Tra le richieste più urgenti, quella di un complessivo riassetto del contratto ormai scritto venti anni fa; l’aumento del comporto per un settore molto esposto alle malattie professionali; l’inserimento del lavoro portuale nei lavori usuranti; la piena attuazione da parte del Ministero del fondo per il prepensionamento già istituito nel precedente rinnovo contrattuale; un aumento economico adeguato del 18% rispetto all’inflazione che ha depauperato gli stipendi in questi ultimi tre anni.
Dopo circa venti incontri con CGIL CISL e UIL, a livello nazionale, si è consumata la rottura del tavolo di trattativa sugli insufficienti aumenti contrattuali proposti, con l’apertura dello stato di agitazione e la proclamazione del primo sciopero nazionale per la giornata del 5 aprile.
I lavoratori che nel periodo pandemico hanno lavorato sempre senza sosta, producendo ricchezza per i terminalisti e per gli armatori, soggetti che spesso coincidono, credono che questo sia il momento della redistribuzione della ricchezza prodotta.
Su tale azione di sciopero non può che esserci la solidarietà del Partito Democratico di Trieste: “Il Porto di Trieste rappresenta un pilastro fondamentale per la nostra città e per l'intera regione del Friuli Venezia Giulia. È un punto di riferimento cruciale per l'occupazione e la generazione di ricchezza, svolgendo un ruolo di vitale importanza per l'economia locale.” Queste le parole della segretaria provinciale PD Trieste, Maria Luisa Paglia.