“Il mito dell’arte africana nel ‘900” mostra al Magazzino 26 del Porto Vecchio

Vernice di presentazione oggi (venerdì 24 marzo) nella sala Carlo Sbisà del Magazzino 26 del Porto Vecchio – Porto Vivo di Trieste per la mostra “Il Mito dell’Arte Africana nel ‘900. Da Picasso a Man Ray, da Calder a Basquiat e Matisse”, curata da Vincenzo Sanfo, Anna Alberghina e Bruno Albertino e prodotta da Navigare in co-produzione con Diffusione e Cultura e promossa dal Comune di Trieste con il supporto di Trieste Convention and Visitors Bureau e PromoTurismoFVG. L’esposizione sarà visitabile da domani (sabato 25 marzo) e fino al 30 luglio dal martedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 18.00, sabato, domenica e festivi, dalle ore 10.00 alle ore 20.00.
 
Il percorso espositivo si apre con l’esposizione di circa 100 opere d’arte africana tra sculture, maschere e oggetti, suddivise in nove tematiche: Fertilità e maternità, Bamboline di fertilità, Il culto dei gemelli, Le maschere, Gli antenati, Figure magiche, Arte funeraria, I poggiatesta, Gli oggetti d’uso. Le sculture appartengono integralmente alla Collezione dei curatori Bruno Albertino e Anna Alberghina e sono il frutto di oltre 30 anni di viaggi, collezionismo e studio della materia. Le diverse tematiche sono introdotte da foto retroilluminate, evocative della cultura dei popoli africani, scattate da Anna Alberghina proprio in quei luoghi, utili a far entrare il visitatore nella vita dei popoli africani. Sono inoltre proposti dei video, girati dai curatori stessi, che riguardano riti e costumi di alcune popolazioni: danze, cerimonie, riti magici e anche vita quotidiana. La seconda parte è dedicata all’esposizione di circa 50 opere d’arte del novecento, nelle quali si coglie l’aspetto immortale del mito africano, con una vasta sezione dedicata a Picasso con disegni, litografie e ceramiche. Si continua con le opere di Matisse, Calder, Gauguin, Man Ray, fino ad arrivare ai più contemporanei Mimmo Paladino, Basquiat e Xu de Qi.
 
"L'ammirazione degli artisti moderni per le sculture tribali negli anni dal 1907 al 1914” – ha detto Bruno Albertino –“è documentata da fotografie degli interni degli studi, dagli scritti e, naturalmente, dalle loro stesse opere. Picasso, Matisse, Brancusi, Braque apprezzavano dell'arte tribale sia la finezza estetica che la sua essenzialità altamente stilizzata. Anche e soprattutto grazie a questi artisti, la scultura tradizionale è diventata importante ed è stata esposta nei più prestigiosi musei del mondo come il Pavillon des Sessions del Louvre di Parigi".
 
Il Comune di Trieste ha accolto con entusiasmo la proposta di allestire nel Magazzino 26 (uno dei più grandi magazzini portuali d'Europa) la mostra sull’Arte africana e sul suo influsso su artisti come Picasso, Man Ray, Calder, Basquiat e Matisse, che hanno segnato una rivoluzione culturale come quella che oggi sta rinnovando questa straordinaria parte di Trieste: una nuova Città della Cultura e della Scienza, in un'area dismessa del Vecchio Porto Franco (60 ettari), nella quale sta già sorgendo un grande attrattore culturale transfrontaliero, con 50.000 mq di spazi espositivi, e su cui stanno investendo le istituzioni e i portatori di interessi economici.
 
La mostra “Il Mito dell’Arte Africana nel ‘900. Da Picasso a Man Ray, da Calder a Basquiat e Matisse” resterà aperta e visitabile come detto fino al 30 luglio con i seguenti orari: dal martedì al venerdì: dalle ore 10.00 alle ore 18.00; Sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 20.00. Chiuso il lunedì. Informazioni e biglietteria: Magazzino 26: (+39) 351 355 8588 e sul sito ufficiale della mostra www.navigaresrl.com